giovedì 26 novembre 2009

Intervista esclusiva con Simone Bertazzo

BOB - Dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative l’azzurro Simone Bertazzo, medaglia di bronzo ai mondiali di St Moritz nel 2007, non ha dubbi sulle possibilità di poter disputare una grande gara a Vancouver.


Nella stagione appena cominciata stai utilizzando un nuovo bob: come ti trovi?
Il nuovo bob non è assolutamente male, possiede delle soluzioni molto valide. Non è ancora al 100%, anche se è solo una questione di messa a punto. Il lavoro che stiamo facendo adesso è buono e penso che la strada intrapresa sia quella giusta.


Cosa cambia nella guida di un bob a 2, il tuo preferito, rispetto ad un bob 4, in cui ti senti a disagio?
Il bob a 2 ha bisogno di essere guidato maggiormente, quello a 4 meno, perché altrimenti lo si ‘soffoca’ e non produce velocità. Il due è molto leggero e per essere più rapido devi crearti la pressione con le traiettorie nelle curve. Il quattro invece, essendo più pesante, bisogna lasciarlo andare il più possibile e la cosa importante è capire come e quando farlo. Non dimentichiamoci poi il fattore partenza, che per noi italiani rappresenta il problema principale.


Quale è al momento la situazione dei frenatori? Correrai con Sergio Riva, l’oriundo canadese Giulio Zardo oppure tornerai finalmente con Samuele Romanini?
Ci sono stati molti infortuni, ma prima o poi spero che qualcuno possa gareggiare con me finalmente in condizioni di piena integrità. Onestamente non so ancora chi sarà il mio compagno di equipaggio, ma ovviamente sarà colui che va più forte.


L’aiuto della Ferrari è davvero servito per migliorare le prestazioni?
Di sicuro la Ferrari ci sta dando una grossa mano e mi piace un sacco collaborare con loro. Apprezzo moltissimo il metodo di lavoro che si utilizza a Maranello. Stanno cambiando il mondo del bob: non è più il pilota che si adatta al mezzo, ma il mezzo che si adatta al pilota.

Dopo un 2007/2008 in cui hai vinto una gara e sei giunto spesso sul podio, sei calato lo scorso anno: cosa è successo?
La causa sono stati gli infortuni. In questo sport è fondamentale partire bene e l’anno scorso ad inizio stagione Romanini si è rotto un menisco. Per noi è stata una mazzata.


Quali obiettivi ti poni per questa stagione?
Quest’anno chiaramente tutto è finalizzato per le olimpiadi, quindi la coppa del mondo passa un po’ in secondo piano. Certo, bisogna conquistare i punti necessari per la qualificazione, ma è meglio farlo con il minimo sforzo possibile. Il top si deve raggiungere a febbraio.


Una medaglia a Vancouver è realisticamente possibile? Ci credi?
Certamente, quando è tutto a posto e torno a partire con ottime spinte, allora la musica cambia. Sono pronto a giocarmi le mie carte fino in fondo.

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